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I Castelli Romani

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"I Castelli Romani": aree geografiche

I Castelli Romani devono il loro toponimo alle fortificazioni edificate all’indomani della caduta dell’impero romano da parte delle famiglie baronali romane. Il territorio vide aumentare la sua popolazione a partire dal XIV secolo. Oggi il territorio di origine vulcanica dei Castelli Romani da’ vita all’omonimo Parco Regionale. I Comuni che lo compongono sono:  Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Montecomprati, Monteporzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri.

Storia

Con Castelli Romani si indica l’insieme di Comuni che sorgono intorno ai Colli Albani nel territorio che corrisponde all’antico Latium Vetus. La denominazione risale al XIV secolo quando la zona si popolò di abitanti di Roma che, per sfuggire alle difficoltà economiche e politiche derivanti dalla Cattività avignonese, si rifugiarono nei Castelli eretti dalle famiglie feudali romane dei Savelli, Annibaldi e Colonna. Fortificazioni che avevano popolato l’intero territorio dopo la caduta dell’Impero Romano.
Dall’età antica al Medioevo
Le testimonianze archeologiche ci dicono che la zona era abitata già in età preistorica da popolazioni indoeuropee chiamate Albani o, più generalmente, Latini. I Castelli Romani sono anche terra di leggende: secondo il mito è qui che si tenne la guerra tra Enea e Turno, che si concluse con la vittoria dei Troiani e la fondazione di Lavinio. Ascanio, figlio di Enea, fondò quindi una nuova capitale, Alba Longa, situata nei dintorni del Lago Albano, nel territorio degli attuali Comuni di Castel Gandolfo, Marino, Albano Laziale e Rocca di Papa. Altre importanti città latine erano Aricia, in comune di Ariccia, Cobrium, forse l'attuale Rocca Priora, Cabum, nel territorio di Rocca di Papa, Bovillae e Mugillae, in territorio di Marino, Corioli, presso Genzano di Roma, Lanuvium, oggi Lanuvio, Velitrae, oggi Velletri, Labicum, probabilmente Colonna.
Il territorio è da considerarsi una della aree più ricche di reperti archeologici della provincia di Roma. Monte Porzio Catone sorge sulle rovine di Tusculum, antica città latina a lungo potente antagonista di Roma. Qui rimangono i ruderi di numerose ville suburbane, fra cui un fondo di Marco Tullio Cicerone. A Nemi, invece, si trova il Museo delle Navi costruito nel 1932. Mentre a Castel Gandolfo insiste la Villa di Domiziano, un complesso residenziale voluto dall'imperatore Domiziano, dotato di circo, teatro, santuario, ninfei e palazzo monumentale. Sono visibili i ruderi del criptoportico, del teatro, e dell'ingresso al palazzo.

Chiese e pestilenza
E’ tra il Seicento ed il Settecento che si registra una forte urbanizzazione in tutto il territorio dei Castelli. Le famiglie feudatarie, gettatesi alle spalle il periodo delle guerre, si concentrarono maggiormente sulla parte estetica dei loro feudi. E’ proprio in questo periodo che verranno costruite la gran parte delle chiese, delle ville e dei monumenti che oggi possiamo ammirare visitando la zona.

Tutto ha inizio nel 1604 quando Castel Gandolfo, per volere di papa Clemente VIII, fu legato alla Camera Apostolica. Legame che portò diversi interventi su tutto il territorio, a partire dalla consacrazione della Chiesa di Santa Maria Assunta. Nel 1626, papa Urbano VII avviò l’usanza delle villeggiature papali nel Palazzo Pontificio che continua tutt’ora e che induce migliaia di fedeli a visitare la cittadina in occasione degli Angelus domenicali.
A Frascati, nel 1612, fu consacrato il Santuario del Capocroce, mentre nel 1636 veniva completava la Basilica Cattedrale di San Pietro. A Marino il principe Filippo I Colonna ordinò la costruzione della torre quadrangolare di Palazzo Colonna e dell’omonima villa di Belpoggio. Mentre suo figlio, il Cardinal Girolamo Colonna, volle la realizzazione della Basilica Collegiata di San Barnaba a Marino, della Chiesa di Santa Maria Assunta a Rocca di Papa, senza dimenticare le due ville una nella frazione Frattocchie di Marino, Villa della Sirena, e l’altra in località Palazzolo di Rocca di Papa, Villa del Cardinale.

Sempre a Marino, nel 1636 la Congregazione dei Chierici Regolari Minori iniziò la costruzione della Chiesa della Santissima Trinità come sede per un miracoloso Crocifisso. Ad Albano, invece, la famiglia Savelli, nonostante le difficoltà economiche, volle la costruzione della Chiesa di San Bonaventura con annesso convento dei Cappuccini (1619). Anche Genzano non fu esclusa da questa ondata di nuove costruzioni: il duca Giuliano III Cesarini nel 1636 provvide a ricostruire la Chiesa di Santa Maria della Cima. A Nemi il feudatario Mario Frangipane finanziò la ricostruzione della Parrocchiale di Santa Maria del Pozzo.
A Velletri, nella prima metà del XVI secolo, arrivò l’acqua condotta dalle sorgenti della Faiola e di Monte Artemisio, grazie ad un progetto dell’architetto Giovanni Fontana datato attorno al 1612: iniziarono così ad essere edificate molte fontane.
Il feudo di Ariccia, invece, passò dai Savelli alla famiglia Chigi che fecero erigere la Collegiata di Santa Maria Assunta (1663-1665) e l’antistante Palazzo Chigi, circondato dal grande Parco Chigi: nella progettazione di tutti questi edifici mise mano Gian Lorenzo Bernini.

Una primavera urbanistica che interessò anche Lanuvio dove il duca Filippo Cesarini nel 1675 finanziò la ricostruzione della Collegiata di Santa Maria Maggiore e fu realizzata la monumentale fontana degli Scogli.
Il Seicento fu anche il secolo della peste, che da Roma si diffuse in tutta la zona dei Castelli: l’area più colpita fu quella tra Frascati, Grottaferrata e Marino. Un evento che portò la costruzione di nuovi luoghi di culto dedicati a San Rocco, protettore degli appestati, dalla chiesa di Araccia a quella di Frascati, dove i santi Rocco e Sebastiano furono proclamati patroni.

Dall’avvento dei francesi all’Unità d’Italia
Quando, nel 1805, il Lazio fu accorpato all’Impero di Francia per volere di Napoleone Bonaparte, i Castelli Romani divennero per undici lunghi anni un angolo di Francia. Frascati, Marino, Albano Laziale, Genzano e Velletri furono fatte capoluogo di Cantone del Dipartimento di Roma. Il feudalesimo venne abrogato e furono soppressi gli ordini religiosi e i loro beni divennero del demanio: fece eccezione solamente l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, ai cui monaci fu concesso di rimanere nel monastero come privati cittadini vista l'antichità dell'istituzione. Nel 1808 venne consacrata la Collegiata della Santissima Trinità a Genzano. La parentesi francese si concluse nel 1816 con la restaurazione dello Stato Pontificio che dettò le sorti del territorio dei Castelli fino all’Unità d’Italia, provvedendo alla realizzazione di importanti infrastrutture viarie e ferroviarie. In questa fase si realizzarono l’apertura della via Gregoriana a Frascati, arteria che congiunge la via Tuscolana e la via Maremmana, la costruzione del ponte Gregoriano della via Maremmana a Marino, i viadotti della via Appia tra Ariccia e Genzano, il ponte di Ariccia, la ferrovia Roma-Frascati e quella Roma-Velletri.

Il XX secolo
Dal  1984 i comuni dei Castelli Romani fanno parte dell’omonimo parco regionale. La sede è stata collocata a Rocca di Papa, in Villa Barattolo.

Le aree geografiche e i comuni

L'Appia e i suoi Castelli  (3)

Immagine della subarea L'Appia e i suoi Castelli

La Tuscolana e i Castelli Romani  (7)

Immagine della subarea La Tuscolana e i Castelli Romani

La via dei Laghi e i suoi Castelli  (4)

Immagine della subarea La via dei Laghi e i suoi Castelli